Contando le torri di San Gimignano

Il mio weekend a San Gimignano non era programmato. O meglio, la voglia di prendermi un paio di giorni di stacco dal resto del mondo mi frullava già da un po’ nella testa. Così, quando quel venerdì di metà febbraio ho ricevuto un messaggio dalla mia amica giapponese che mi proponeva di lavorare al Pitti Immagine per qualche giorno, la mia mente ha subito messo a fuoco la bucolica Toscana. Un sali e scendi di colline, piccoli borghi medievali, tenute immerse nella natura, buon vino e buon cibo. Che relax, che goduria!

Avrei voluto tanto andare a Bagno Vignoni e stare a bagno come un ippopotamo nelle terme ma, non trovando alcun posto comodo per i miei spostamenti e a portata di portafoglio (sigh!), ho optato per la vicina ma altrettanto incantevole Val d’Elsa.

San Gimignano

San Gimignano è forse uno dei borghi italiani più famosi e frequentatissimo in primavera ed estate dai turisti, soprattutto americani. Le viette strette ed in salita e i palazzi di sasso del centro storico mi riportano al medioevo. La vista dalle mura sulle colline della valle è mozzafiato. Il gelato e il Vernaccia squisiti.

Ma dove si trova San Gimignano?

San Gimignano si trova a metà strada fra Firenze e Siena, nel cuore della Val d’Elsa. Per arrivarci, ti consiglio la macchina, sia per comodità sia perché a San Gimignano non c’è la stazione del treni. Bisogna percorrere la superstrada Firenze-Siena in direzione Poggibonsi e poi seguire le indicazioni.

Perché San Gimignano?

San Gimignano, oggi patrimonio dell’UNESCO, racconta una lunga storia fatta di splendore, decadenza e rinascita. Credimi, merita di essere conosciuta.

La città fu chiamata così intorno al X sec. d.C in onore del Vescovo San Gimignano di Modena, il quale sembra aver difeso il centro da Attila. Oggi viene anche simpaticamente denominata la “Manhattan del Medioevo“.

Posta sulla via Francigena, la cittadina era un punto strategico per i pellegrini in viaggio verso Roma e soprattutto commercianti, attratti dai prodotti agricoli pregiati, principale fonte di ricchezza fin dal 1200.

Quanto è alta la tua torre?

Palcoscenico di alcune lotte fra guelfi e ghibellini, il periodo di maggior splendore di San Gimignano è proprio nel Medioevo, sotto i ghibellini (sostenitori dell’imperatore), quando nel centro urbano comincia a delinearsi un forte ceto aristocratico.

Alle famiglie più ricche del borgo, in questo periodo, era vietato ostentare la propria ricchezza sfoggiando abiti lussuosi o gioielli. Per questo motivo, iniziò una sorta di competizione giocata sulla costruzione di torri annesse ai palazzi di famiglia: più la famiglia era abbiente, più le torri erano alte. Più la famiglia diventava ricca, più le torri venivano innalzate. L’unico patto? Non superare la torre del comune! In questo periodo San Gimignano presentava addirittura 72 torri!

 

Sotto i ghibellini, la città crebbe fino a raggiungere oltre i 10000 abitanti e prosperò nelle attività agricole, in particolare la produzione di zafferano, vino Vernaccia, nel commercio della lana e nel prestito del denaro a usura. Nel 1200, inoltre, cominciò ad investire i capitali accumulati in opere pubbliche e nei luoghi di culto. San Gimignano, infatti, aveva attratto artisti e scrittori da tutta la Toscana. Fra questi Dante Alighieri che aveva visitato la città nel 1300, come ambasciatore dei Guelfi toscani.

Il declino di San Gimignano

Il periodo di declino, però, era dietro l’angolo. La peste nera aveva colpito anche San Gimignano mietendo moltissime vittime. E non solo questo! Anche una forte carestia si era abbattuta sulla cittadina. Stremata e decimata, San Gimignano passò sotto il dominio di Firenze, rinunciando alla propria autonomia politica ed economica. Le torri iniziano a crollare, i palazzi si rovinano e non sono più rinnovati. Un vero e proprio periodo buio.

Il XIV e XV secolo portano uno spiraglio di luce: in città erano presenti numerosi maestri, chiamati soprattutto dal clero, il più ricco ora, per abbellire i propri possedimenti. Fra questi c’era il Ghirlandaio, a cui si devono molti degli affreschi della Collegiata. In questo periodo, poi, molte delle facciate dei palazzi cominciarono ad essere intonacati e le finestre abbellite con colonne in stile fiorentino, come simbolo di gusto e ricchezza. Le torri ormai erano fuori moda.

Poi un’altra peste colpisce il borgo nel 1600, il periodo più buio, e riduce la popolazione a meno di 3000 persone. San Gimignano cerca di risollevarsi e, da questo momento, si sviluppa l’agricoltura, nella tipica forma toscana come la si vede oggi, attentamente studiata e suddivisa in campi per la coltivazione, boschi e pascoli. Poi, i cipressi, che fanno tanto Toscana, adatti ad indicare e delineare, ma che non fanno ombra ai campi.

Ritorno al Medioevo

L’Ottocento sono, infine, gli anni del “ritorno al Medioevo“: puramente a scopo turistico, i palazzi della città vengono ripuliti dagli intonaci, per ritornare a dar vita al tipico borgo toscano medioevale come lo conosciamo oggi. Le torri, però, si sono decimate nel corso dei secoli e oggi ne sono rimaste solo 15.

E le colline circostanti…? Non sono state abbandonate, ma anche queste sono state oggetto di “restyling”. Oggi i dolci pendii sono terreno per vigneti, uliveti, coltivazioni di lavanda ed alberi da frutto.

Cosa si mangia a San Gimignano?

Come in tutta la Toscana, la prima cosa che mi viene in mente è la bistecca alla fiorentina. Ti posso consigliare il ristorante Le Vecchie Mura, dove fanno un’ottima carne, grigliata su carbone, e ha un’ottima vista.

Poi il gelato. La gelateria più famosa è la Gelateria Dondoli, campione del mondo di gelati artigianali. Si trova nella piazza della Cisterna.

Infine, da bere, un bel bicchiere di Vernaccia, il vino tipico di San Gimignano. Un localino carino carino che mi è piaciuto è La Vecchia Nicchia.

Eventi a San Gimignano

La notte del 30 giugno, le piazze e le vie di San Gimignano di sono accese nella Notte Lucente, una serata dedicata alla musica, arte, teatro e performance di vario genere.

Tu sei mai stato in qualche borgo medievale toscano? 

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